«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
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lunedì 10 luglio 2017

Due (tre) precisazioni

[E] Per la comprensione completa di questo pezzo è utile la lettura della mia Epitome (V. 0.3.0). In particolare i capitoli: 4, 10 e 11.

Ieri, come epilogo a una discussione di tutt'altro genere, ho ricevuto un commento indiretto sulla mia epitome da parte del suo unico lettore di cui io sia a conoscenza!

L'amico in questione è una persona particolarmente intelligente e che mi conosce molto bene: è uno dei pochi che apprezza e comprende pienamente il mio umorismo, non che nell'epitome vi abbia infilato delle battute, ma credo che egli sia in grado di interpretare molto meglio di uno sconosciuto una mia frase scritta perché conosce il mio modo di pensare, le costruzioni verbali, magari talvolta improprie, con cui mi esprimo e ha quindi tutte le carte in regola per intuire anche ciò che non mi riesce comunicare...

Fino a ieri pensavo che potesse non essere d'accordo con me su qualche opinione ma non che avesse frainteso le mie parole! Ma invece è andata veramente così: nonostante tutte i miei sforzi per essere chiaro e farmi capire da tutti, anche chi aveva il potenziale maggiore per comprendermi non è riuscito a farlo...
Possibile che l'epitome alla quale ho dedicato tante fatiche negli ultimi mesi sia un'opera completamente inutile, non perché imperfetta (questo lo è di sicuro), ma perché incomprensibile? Ebbene adesso ho il timore che la risposta sia sì...

Comunque oggi voglio fare due precisazioni a favore dei lettori dell'epitome e del viario. La prima, politica, è semplice; la seconda morale un po' più sottile...

La mia posizione sul populismo
Il punto di partenza più ovvio è la mia definizione di populismo ([E] 11.3 e 11.4) in quanto distinguo nettamente fra “Populismo reale” e “Populismo apparente”. Il populismo apparente non ha nessun merito particolare e infatti postulo che, se anche raggiungesse il potere, si comporterebbe come un qualsiasi partito tradizionale.
Al “Populismo reale” concedo il pregio di aspirare effettivamente a una società migliore che vada incontro alle necessità del popolo ma spiego anche ([E] prima tabella in 11.4) che tale populismo, per essere efficace, dovrebbe anche essere consapevole delle problematiche di fondo della società moderna (crisi democratica e globalizzazione) altrimenti, nonostante la buona volontà, non riuscirà a risolvere i veri problemi ma al massimo li tamponerà temporaneamente.
KGB è quindi populista? No! KGB propone invece una sua propria ideologia ([E] 11.6) che non è né di sinistra né di destra ma che prende principi da entrambe le parti: la difesa dei più deboli, dei servizi (istruzione, salute, etc..) e dei beni comuni (acqua, ambiente, etc...) in genere argomenti cari alla sinistra (*1) ma anche l'indipendenza e la libertà del singolo individuo, tradizionalmente più di destra (*2).
Potrei entrare in maggiori dettagli ma questi, chi è interessato, li trova direttamente nella mia epitome dove indicato...

La mia posizione sulla morale
Nell'epitome non ne parlo e, in effetti, non mi pare di essermi espresso direttamente in un unico pezzo monotematico neppure sul viario. Ovviamente però, leggendo i miei commenti e i pezzi di argomento filosofico e morale si dovrebbe riuscire a inquadrare anche un po' la mia visione.
In particolare io credo che l'uomo NON “debba fare ciò che vuole fare” ma, invece, “debba fare ciò che deve fare”. L'imperativo categorico impone di fare ciò che si ritiene sia giusto fare anche se questo va contro il nostro proprio interesse personale: è la spinta morale che spinge l'eroe a lanciarsi e sacrificarsi per gli altri. Non è l'egoismo di fare ciò che ci pare infischiandosene degli altri...
Ne consegue che, per poter fare ciò che deve fare, l'uomo deve essere massimamente libero: per questo ritengo la libertà dell'individuo così importante. La libertà può essere poi usata per il proprio tornaconto (magari a danno degli altri) ma è anche vero che dà anche all'uomo la possibilità di esprimere le sue qualità migliori.
La libertà del singolo può andare certamente in contrasto col benessere della società: questo è proprio ciò di cui stavo vagheggiando qualche pezzo fa (v. Noi e gli altri). I problemi filosofici sono complicatissimi, magari anche fuori dalla mia portata, ma quelli pratici sono molto più semplici e incentrati essenzialmente sulla ricerca di un “giusto equilibrio”.
Quando parlo di filosofia tendo agli assoluti (che altro avrebbe senso ricercare? Verità limitate e parziali?) ma nel concreto sono molto più pragmatico: ritengo però che sia essenziale non perdere di vista il nostro scopo ideale sebbene utopico (il valore della libertà dell'uomo) quando si stabiliscono le leggi che, a difesa del bene comune, limitano il singolo.

Il complottismo
Rileggendo quanto ha scritto il mio amico mi sono accorto che mi accusa anche di un certo grado di complottismo.
In questo caso non saprei cosa rispondere: dipende molto da cosa si intenda per complottismo.
Sono consapevole ([E] 4.2) che nella mia visione del mondo vi siano degli elementi (i parapoteri) che possano far pensare che io sia un complottista. A me pare, ovviamente, di essere stato equilibrato nella mia analisi e mi sembra che la riprova della mia correttezza la si abbia proprio nella facilità e precisione con cui il mio modello riesca a spiegare la complessità non solo del mondo moderno ma anche della sua evoluzione storica.
Alla fine di un capitolo ([E] 10.3) spiego anche che non è tanto importante se i parapoteri si accordino segretamente fra loro (come fossero un governo ombra planetario) a scapito della popolazione mondiale ma quanto rendersi conto che esistono comunque delle tendenze globali evidenti che, in quanto perniciose, vadano comunque contrastate: un risultato della teoria degli automi cellulari ci dice infatti che non c'è bisogno che i parapoteri si accordino fra loro per ottenere tendenze globali ma che basta che ogni singolo parapotere agisca autonomamente seguendo leggi ben precise (nel nostro caso la massimizzazione del profitto) per ottenere l'apparenza di un unico “disegno” mondiale.
Quindi sono complottista? Secondo me no, ma ammetto che possa dipendere dai punti di vista e dal valore che si dà a tale termine...

Conclusione: il prossimo passo, probabilmente inutile, sarà poi quello di modificare l'epitome in maniera che le due precisazioni qui riportate (quella della morale riguarda solo questo viario) siano già chiarificate nella stessa cosicché se un secondo (ipotetico) lettore dovesse leggerla non venga tratto a sua volta in inganno dalle mie parole.

Nota (*1): che ovviamente non ha niente a che vedere col PD di Renzi e altri loschi individui tuttora a piede libero.
Nota (*2): che ovviamente non ha niente a che vedere con Berlusconi e altri dubbi personaggi tuttora a piede libero.

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