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mercoledì 16 maggio 2018

Memoria curiosa

Da qualche giorno sto leggendo Ready player one di Ernest Cline, Ed. DeA Planeta Libri, 2017, trad. Laura Spini.
Me lo ha regalato mio cugino per il compleanno: un bel libro.

Per chi non lo conoscesse, e senza svelare niente (comunque sono solo al capitolo 13), la trama si basa su una collezione di citazioni della cultura “pop” degli anni '80: essenzialmente pellicole, musica e videogiochi.
Non so se ci sia da vantarsene o vergognarsene ma ne riconosco almeno un 75% abbondante.
Ho pure trovato un paio di errori: in Adventure, su Atari 2600, non era possibile “mulinare” la spada: il giocatore era infatti un quadrato e la spada rimaneva attaccata a esso nella posizione in cui la si toccava la prima volta: per questo era importante sfiorarla a un'estremità con uno degli angoli del quadrato in maniera che questa si protendesse in fuori il più possibile rendendo più facile uccidere i draghi permettendo di non avvicinarsi troppo a essi...
Il secondo errore è probabilmente solo un problema della traduzione: da come è costruita la frase sembra che l'opera “Così parlò Zarathustra” di Richard Strauss sia un film!

La curiosità di cui volevo scrivere è però un'altra: fra le varie citazioni c'è anche la pellicola Risky business con un giovane Tom Cruise, del 1983. Sicuramente la vidi qualche anno dopo quando la passarono alla tivvù: della trama non ricordo praticamente niente se non che Tom Cruise viene lasciato solo a casa dai genitori e lui ne approfitta per combinarne di tutti i colori. Ho anche un vago ricordo di una macchina, probabilmente del padre, che fa un incidente spettacolare (forse cade in una piscina o roba del genere). Non so se rividi il film altre volte ma di sicuro non dopo il 2000.
Eppure in tutta questa vaghezza ricordo un altro dettaglio: il nome della protagonista femminile “Rebecca DeMornay” (non ho controllato e quindi il cognome potrebbe essere scritto diversamente). Mi pare che recitasse la parte di una squillo contattata dal personaggio di Tom Cruise (ma potrei sbagliarmi): ricordo invece bene che era bionda, capelli ricci-ondulati, magra ma non anoressica, con i denti un po' sporgenti e belle gambe...

Buffo come alcuni particolari restino in mente e ci influenzino più o meno coscientemente: da allora il nome Rebecca mi è sempre piaciuto moltissimo...

Conclusione: volevo scrivere un corto ma ho sbagliato le misure... Comunque adesso devo indagare su cosa sia successo a Rebecca!

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