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lunedì 2 ottobre 2017

Sulla Catalogna

In questi giorni ho seguito vagamente le notizie provenienti da Barcellona ma non ho la pretesa di volere entrare nei dettagli degli eventi perché non ho idea di cosa abbia preceduto questo ultimo tentativo di consultazione popolare.

Ovviamente avevo delle vaghe idee che, più o meno, coincidono con quelle di una catalana “sentita” per interposta persona: da circa una decina di anni il sentimento indipendentista stava crescendo ma la politica del muro contro muro non ha portato a niente. Da una parte il governo di Madrid, forte della costituzione del 1978, sostiene che la Spagna è indivisibile, dall'altra la comunità catalana (il 16% della popolazione spagnola) aspira all'indipendenza in virtù di una propria identità culturale e linguistica. Ah, dagli articoli letti sembra che la Catalogna sia una delle regioni più ricche dell'intera Spagna...

Ma non è della cronaca attuale che voglio scrivere: per dare un giudizio ponderato mi occorrerebbero molte più informazioni che invece non ho letto né cercato...
Piuttosto voglio proporre un paio di considerazioni rifacendomi alla mia stella polare per quanto riguarda la libertà: John Stuart Mill (v. Libertà d'opinione 1 e 2).

Secondo JSM la democrazia non consiste nel semplice governo della maggioranza ma nel governo della maggioranza nel rispetto della minoranza. In altre parole la maggioranza è libera di governare come crede meglio ma dovrebbe tenere conto del parere delle minoranze: secondo JSM il pericolo insito nella democrazia è infatti che la maggioranza opprima una minoranza.

Ecco quindi che propongo due domande:
1. Il governo centrale di Madrid ha agito con rispetto della minoranza Catalana?
2. Il governo di Madrid ha oppresso la minoranza Catalana?

Non conoscendo gli eventi che hanno preceduto questo tentativo di referendum non mi ritengo sicuro al 100% ma la mia sensazione è che la risposta sia “sì” a entrambe le domande.
Non so se ci siano state precedenti provocazioni da parte della Catalogna al governo di Madrid ma mi pare che, comunque, niente di pacifico come un referendum giustifichi una risposta così violenta dello Stato centrale. Va poi da sé che sparare proiettili di gomma contro cittadini pacifici, rappresentativi di un'intera popolazione, equivalga a opprimerla.

La vera questione è quindi dove sia il confine fra il diritto della maggioranza di imporre la propria volontà e il rispetto verso la minoranza. Io credo che la risposta vari in base alla decisione da prendere e che, più o meno, tenda ad assestarsi sulle percentuali delle relative popolazioni.
C'è però un'eccezione: se la questione è proprio la volontà della minoranza di far parte di una comunità più ampia. In questo caso la maggioranza, solo in virtù del proprio numero e della forza, non certo con motivazioni di giustizia, può imporre tirannicamente la propria decisione alla minoranza.

Non mi stupisce che in UK, là dove la cultura democratica è più viva, non si facciano tragedie all'ipotesi di una possibile indipendenza della Scozia e, anzi, un referendum su questa possibilità sia stato permesso dal governo inglese e tenuto qualche anno fa.
Il governo spagnolo si appella alla propria costituzione che sancisce l'indivisibilità della Spagna ma ciò dà alle sue repressioni una giustificazione legale, non certo morale.

Conclusione: per aver conferma delle mie sensazioni aspetto che gli illuminati politici italiani (vedi Gentiloni, Boldrini, Monti...) prendano posizione con “fermezza” al fianco del governo di Madrid... Perché è chiaro che in piccolo, ciò che va ora in scena in Spagna, potrebbe ripetersi nel caso di nazioni che volessero uscire dalla EU e/o euro: la UK era troppo forte per dirle di no ma, pensando al futuro, è bene iniziare a ribadire il concetto (protomito) che dalle "comunità" non si può uscire se tutti non sono d'accordo... (ovvero mai)

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