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martedì 9 agosto 2016

Regime e regime

Oggi mi voglio “togliere” un pezzo molesto: ovvero un articolo che mi metterà di cattivo umore ma che, comunque, mi sento in dovere di scrivere. Mi rendo adesso conto che questa sensazione è interessante di per sé: da dove deriva la mia motivazione, qual è l'essenza dell'obbligo morale che sento? Magari in un altro pezzo vedrò di indagare questo argomento più filosofico o, magari, psicologico.

Ormai molti anni fa, ai tempi di un qualche governo Berlusconi, ricordo che l'opposizione del tempo ululava del pericolo di “regime”. Se ben ricordo, ma potrei sbagliarmi, il nodo della questione era che le opposizioni non si sentivano rappresentate dalla RAI mentre le reti Mediaset erano, ovviamente, in mano allo stesso Berlusconi.
All'epoca non seguivo la politica: ero già nella fase “tanto sono tutti uguali” (v. Douche and turd) ma l'accusa di “regime” mi sembrava totalmente ridicola. La RAI mi sembrava dalla parte delle opposizioni per non parlare del TG3 che, con fanatismo ideologico, esaltava qualsiasi iniziativa del PD (o come si chiamava all'epoca); fra i canali Mediaset il TG5 di Mentana mi sembrava il migliore telegiornale in assoluto, e neppure troppo favorevole a Berlusconi, il TG4 mi sembrava il corrispettivo del TG3 ma condotto in maniera meno professionale da Fede (il telegiornale di Italia 1, di Liguori, non l'ho mai visto: credo fosse al livello del TG4 ma prodotto in maniera meno famigliare). Poi c'erano i grandi giornali, Repubblica e Corriere della Sera, e questi erano decisamente contro Berlusconi.
Dal mio punto di vista non c'era quindi alcun pericolo per la democrazia, nemmeno nell'accezione più ristretta di "pluralità dell'informazione": c'era anzi ampia possibilità di scelta. I fanatici di Berlusconi potevano seguire il TG4 e quelli del PD (o come si chiamava) il TG3, con poi tutta una possibilità di scelte intermedie.
Semmai l'unico vero problema fu la mancanza di informazione di qualità, cioè non colorata politicamente: non si cercava di informare i cittadini ma di fargli il lavaggio del cervello.
Mancavano sia il buon governo che la buona opposizione e, con i media che riducevano tutto a bianco e nero, si perdevano tutte le sfumature intermedie. C'era chi dipingeva tutto in negativo e chi tutto in positivo. Non si creò un'alternanza di governo (intendo sia di destra che di sinistra) che portasse a un circolo virtuoso in cui ogni governo cercasse di far meglio del precedente. Si ebbe invece un circolo vizioso in cui il governo in carica (idem per la qualità dell'opposizione) era peggiore di quello passato: si confidava nell'arbitrarietà dei media che avrebbero comunque descritto il proprio operato come ottimo o pessimo a seconda del loro colore politico. Si perché il TG che dipinge qualsiasi decisione del governo come totalmente errata non è particolarmente più credibile quando lo dice a ragione. È l'effetto del gridare sempre “al lupo al lupo”. La stessa cosa avviene per quello che ne parla sempre bene...

Scusatemi la lunga premessa.
Quello che volevo arrivare a chiarire è che, in passato, gridare al pericolo di regime era improprio. Neppure nel senso più ristretto relativo al controllo dei media: in realtà c'era infatti una notevole pluralità di informazione: solo che era comunque tutta scadente e anche le voci più indipendenti (vedi il TG di Mentana) finivano per essere soffocate dalla partigianeria delle altre.

Adesso però la situazione sta cambiando.
Oggi il pericolo di un regime inizia a farsi reale: si stanno infatti ponendo le premesse che renderebbero plausibile un simile scenario.
Siccome ho già scritto più che abbastanza mi limiterò a una breve lista che conto di espandere in futuro:
1. Nessuna pluralità di informazione: RAI, Mediaset e principali giornali sono tutti filogovernativi.
2. In realtà non c'è neppure nessuna vera opposizione: c'è solo l'opposizione virtuale del M5S che, comunque, è apertamente osteggiato dalla totalità dei media (*1).
3. Riduzione delle libertà individuali con la SCUSA terrorismo/criminalità. Vedi, ad esempio, l'articolo Le intercettazioni coi trojan arrivano in Parlamento: ecco cosa prevedono di Carola Frediani da ilSecoloXIX.it
Leggi che di per sé non sembrano pericolose per il cittadino "onesto" fino a quando non ci si rende conto della facilità con cui queste potrebbero essere abusate.
4. (Sottocaso del punto precedente) Riduzione della libertà di espressione: sempre più vincoli per l'espressione e la diffuzione delle proprie idee, in rete e non solo. Vedi il caso Erri o della studentessa condannata a due mesi per aver scritto una tesi di laurea che non è piaciuta a un magistrato. Vedi le continue leggi e leggine che erodono il diritto di espressione in rete...
5. Riduzione dei diritti dei lavoratori: vedi il Job Act di Renzi, fra i cui scopi c'è anche quello di rendere i cittadini più deboli e quindi meno capaci di difendersi.
6. La deforma delle province. Le province non sono state abolite ma hanno cambiato nome. Soprattutto adesso vengono amministrate in maniera totalmente opaca al cittadino che non vota più direttamente chi lo debba amministrare (*2).
7. La deforma della Costituzione con la falsa abolizione del senato destinato invece a diventare il rifugio, grazie all'immunità parlamentare, di politici corrotti. Basta vedere le numerose inchieste che, quasi quotidianamente, mettono sotto accusa politici a livello regionale molti dei quali, probabilmente, col nuovo senato non sarebbero altrettanto facilmente perseguibili. Ma su questo argomento sicuramente tornerò con un pezzo a parte.
8. La deforma elettorale. In realtà quanto scritto nella mia lunga premessa iniziale non è completamente esatto: mi ero dimenticato del Porcellum, la legge elettorale dichiarata poi incostituzionale, com la quale è stato eletto l'ultimo parlamento! Anche questa legge con le sue liste bloccate e il premio di maggioranza (per la sola Camera) aveva in sé i potenziali semi di “regime”. Ma ovviamente Renzi ha pensato bene di peggiorarla mantenendo le liste bloccate e aumentando in misura abnorme il premio di maggioranza.
9. Esito dei referendum ignorato o aggirato. L'espressione più diretta della volontà popolare (e in teoria sovrana) è sempre più spesso ignorata o aggirata quando va contro particolari interessi: vedi il finanziamento ai partiti oppure l'acqua pubblica. Uno degli scopi è quello di allontanare i cittadini dalla politica facendo passare l'idea che il loro voti non conti niente.
10. Sicuramente ci sarebbe altro (*3) ma comunque ciascuno dei precedenti punti, anche considerato singolarmente, è già di per sé molto preoccupante.

Conclusione: siamo in un regime? Ancora no, però iniziano a esserci le premesse che potrebbero rendere l'Italia una piccola dittatura mantenendo i formalismi e le apparenza di una democrazia.

Nota (*1): l'unica eccezione che mi viene in mente è quella del Fattoquotidiano.it...
Nota (*2): La mia esperienza personale con l'area metropolitana di Firenze è significativa: da quando oltre un anno fa si è insediato il consiglio metropolitano non mi è ancora capitato di leggere un singolo articolo (e nemmeno un commento su FB!) che illustrasse l'attività svolta. Eppure vengono amministrati svariati milioni ed effettuate scelte fondamentali per il territorio: figuriamoci quindi cosa sta succedendo ai danni dei cittadini in questa totale opacità e assoluto silenzio mediatico...
Nota (*3): anzi, mentre ero a fare la spesa avevo pensato a un altro punto ma adesso non lo ricordo più!

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