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martedì 31 dicembre 2013

Spagna, maggio 2001

Nuova puntata con gli schizzi a china di mio padre (che scalpitava perché pubblicassi dei nuovi disegni!). Questa volta sono stato però incerto su cosa pubblicare: probabilmente avrebbe avuto senso puntare su qualcosa degli anni '80, per seguire anche un certo ordine cronologico, ma ho preferito scegliere dei disegni che mi piacessero anche se del 2001.
In particolare apprezzo il secondo, quello dell'arena...
Come al solito lascio adesso la parola a mio padre e mi scuso anticipatamente per la scarsa qualità delle scannerizzazioni:

L'Alhambra è un gioiello dell'arte moresca in Spagna. È una cittadella fortificata che si trova sopra un colle a Granada, cinta da mura rosse (da cui il nome), era autosufficiente con un acquedotto che le portava l'acqua tutto l'anno. Grazie a questa acqua fu dotata di meravigliosi giardini ricchi di alberi e fiori e fu abbellita da palazzi e cortili in stile granatino. Costruita nel 1320 circa si è potuta salvare integralmente, perché dopo la riconquista dei re cattolici, nel 1492 passò ad essere il loro palazzo reale.
Quando vidi per la prima volta questo monumento nel 2001, nei primi giorni di un giugno molto caldo, mi sembrò un'oasi di frescura e di bellezza, con i suoi giardini ricchi di acque zampillanti da mille fontane. Ricordo addirittura che nei giardini, le scale avevano l'acqua che scendeva gorgogliando lungo i corrimano della ringhiera. Il cortile dei leoni che ho cercato di riprodurre lascia intravedere dei canali in cui scorreva acqua corrente che rinfrescava tutti gli ambienti del palazzo.
Una lapide su un muro della cittadella coglie in pieno la bellezza di questi posti:
“ da le limosna, mujer, que non hay ne le vida nada, como la pena de ser cieco en Granada” (fai l'elemosina, signora, perché nella vita non c'è niente di peggio che la pena di essere cieco a Granada).
Insomma nel suo complesso considero l'Alhambra uno fra i dieci capolavori architettonici più belli della piccola parte di mondo che conosco.

L'altro schizzo di questo viaggio in Spagna rappresenta l'arena di Ronda, la più antica arena di Spagna. Qui nacquero e crebbero i famosi toreri della famiglia Ordonez, Cayetado, Francisco e Antonio le cui statue abbelliscono le strade di Ronda considerati i più famosi e coraggiosi toreri spagnoli di tutti i tempi. Qui Hemingway, appassionato di questo sport (?), passò molto tempo e nel suo romanzo Per chi suona la campana ricorda il famoso Tajo (la spaccatura della roccia che divide il paese) in due parti, attraversato da tre ponti: quello romano, poi quello arabo ed infine il ponte nuevo costruito nel 1780.
Da questo ponte, sopra un baratro di 120 mt, si racconta che furono gettati simpatizzanti nazionalisti all'inizio della guerra civile spagnola.
La Spagna ti avvince con i suoi mille monumenti moreschi, le sue città fortificate, le strade silenziose ed assolate con le inferriate alle finestre delle case e i patios freschi e ombrosi al loro interno, ed infine con i suoi mille tapas che trovi in tutti i bar e ristoranti.

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