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domenica 15 luglio 2012

Strabuccino e Pensierino (2/3)

Strabuccino, che non era un genio incompreso ma nemmeno uno sciocco compreso, capì cosa doveva fare e corse a comprare i DVD di tutte le stagioni di Grey's Anatomy. Così, quando Pensierino montava in collera, e questo succedeva quotidianamente, Strabuccino lesto le faceva vedere un nuovo episodio e lei subito si calmava.
«Che amore!» - pensava Strabuccino - «mentre guarda la puntata ruota il capino durante le parti più complesse, sbatte le ali felice quando la Dottoressa Grey si bacia e gracchia minacciosa quando questa viene ferita dall'insensibilità degli uomini!».
Ma la vita non era tutta rosa e fiori per Strabuccino: bastava una parola sbagliata e subito Pensierino lo beccava furiosamente. Numerose cicatrici e ancor più numerosi tagli freschi ricoprivano tutto il suo corpo, volto compreso. Nonostante le ferite Strabuccino era convinto che, a modo suo, Pensierino ricambiasse il suo amore e trovava sempre il modo di giustificare la violenza della compagna: inutilmente gli amici, preoccupati per la sua incolumità, lo consigliavano di denunciare Pensierino per violenza domestica. Ma a queste parole Strabuccino scuoteva la testa sorridendo e si limitava a replicare: “La nostra storia d'amore è bella ma complicata: voi non potete capire...”.
Dal punto di vista di Strabuccino infatti l'unico problema era che Pensierino aveva ormai quasi visto tutte le puntate dell'ultima stagione di Grey's Anatomy. L'uomo aveva provato a farle rivedere quelle della prima stagione ma subito Pensierino se ne accorgeva e dava in escandescenze: rovesciava sedie, strappava libri e in genere distruggeva qualsiasi cosa le capitasse a portata di becco.

Infine arrivò il giorno fatale: il finale dell'ultima stagione era stato visto il giorno prima da una commossa Pensierino. Questa era rimasta talmente affranta da lasciare che Strabuccino la toccasse senza beccarlo.
Ma oggi l'umore di Pensierino non era più tranquillo: svolazzava irritata per la casa, guardava torva Strabuccino e gli gracchiava contro delle oscure minacce.
A sera Strabuccino e Pensierino cenarono insieme ma l'aria era carica di tensione. Pensierino era giustamente irritata per le accuse non dette, le promesse non pronunciate e i dubbi mai espressi di Strabuccino. A sua volta Strabuccino era preoccupato dal fatto che la corva stesse maniacalmente affilando il suo becco di vanadio su una pietra levigatrice...
Così, andando a letto, Strabuccino commise il suo ultimo errore e si chiuse a chiave in camera pensando di aver tempo l'indomani di cercare aiuto.
«Magari delle sedute psicologiche... della terapia di gruppo...» - pensò prima di cadere in un sonno inquieto.

«Aaaahhh!!» - urlò Strabuccino per un improvviso dolore al petto.
L'adrenalina lo rese immediatamente lucido e conscio della situazione: Pensierino, grazie al suo becco di vanadio, aveva sfondato la porta e ora, appollaiata sul suo petto, lo fissava con un sorrisetto maligno. Nel becco stringeva il boccone di carne che aveva appena strappato dal petto di Strabuccino.
«Mia amata Pensierino che fai? Ma... cosa? Aaaahhh!» - Strabuccino aveva provato a muoversi ma, l'astuta corva gli aveva legato mani e piedi agli stipiti del letto. La seconda beccata arrivò rapida: Pensierino non ammetteva di essere contraddetta.
«Perché?! Perché, mia diletta!?» - disse Strabuccino senza rendersi conto di urtare ancor di più la delicata sensibilità di Pensierino.
A questa ennesima provocazione Pensierino, che inizialmente avrebbe voluto limitarsi a punire Strabuccino per la fine del serial Grey's Anatomy, perse completamente la testa!
«Krrraaaaaaaaaaa!!!!» - gracchiò, folle di rabbia, con la testa reclinata verso l'alto, mentre le ali protese verso il soffitto sembravano invocare come testimone della palese ingiustizia la suprema divinità dei corvi: il gran dio Corvinu.
Poi, sorda alle disperate grida di dolore di Strabuccino, iniziò a beccare selvaggiamente il suo petto. Strabuccino si contorceva freneticamente ma i lacci che lo legavano erano troppo forti per essere strappati: il sangue fuoriusciva copioso dal petto e i letto ne era già inzuppato fradicio. Un altro rivolo di sangue gli fuoriusciva dalla bocca perché si era morso la lingua durante uno spasmo di dolore.

Per ore Pensierino si divertì a beccare il petto di Strabuccino: per principio lei era insensibile alle sue grida di dolore, alle tardive scuse e alle vuote parole. Inoltre, l'insistenza a lamentarsi di Strabuccino, esasperava la delicata sensibilità della corva.
Dopo qualche ora, sangue e brandelli di carne strappata ricoprivano il letto: il petto di Strabuccino era completamente straziato e anche le costole erano state spezzate come grissini. Pensierino, nella massa sanguinolenta del petto, fra schegge d'osso e pezzetti di polmone, poteva vedere il cuore pulsante di Strabuccino battere freneticamente.

Fu allora che Pensierino si avvicinò al volto di Strabuccino quasi sperando che questi le dicesse ciò che lei voleva sentirsi dire ma fu inutile: Strabuccino, egoista come tutti gli uomini, continuava a lamentarsi semi incosciente per il dolore e non pareva pensare a lei!
Questo fece andare il sangue alla testa di Pensierino: con rabbia immerse il capino nel petto sanguinante di Strabuccino. Tirò, tagliò muscoli e tendini e alla fine, con un ultimo potente strattone, riuscì a estrarre il cuore pulsante di Strabuccino che in quell'attimo fatale ritornò in sé.
«Pensierino che hai fatto!? Mi hai strappato il cuore dal petto! Chi si prenderà cura di te adesso? Le forze mi vengono meno... Addio mia amata, perdonami per tutto l'amore che non sono riuscito a darti! Dolce principessa sii felice, sii saggia e ogni tanto sorridi pensando a me! Muoo..ioo....» - disse Strabuccino mentre la vista gli si appannava e l'ultima immagine, Pensierino che trangugiava il suo cuore facendolo a pezzetti, diventava tutta nera...
Pensierino, che aveva decisamente mangiato troppo, se ne andò in salotto, sperando che la TV trasmettesse qualcosa di digestivo, e abbandonò il corpo esanime di Strabuccino ancora legato al letto.

Ma Strabuccino non era morto!
Anni e anni di delusioni amorose l'avevano infatti abituato a vivere col cuore infranto...
Lentamente Strabuccino riaprì gli occhi: «Dunque sono ancora vivo? La buona Pensierino non mi ha ucciso! Ma, ora ricordo, mi ha strappato il cuore! Uhm... evidentemente l'importanza di quest'organo è sopravvalutata... basta che mi muova in maniera che il sangue circoli e porti l'ossigeno ai muscoli... ma... a proposito di ossigeno, cos'è questo cattivo odore?» - si chiese Strabuccino.
Strabuccino era stordito dalla perdita di sangue e inoltre, il fatto di non avere più il cuore, diminuiva la quantità di ossigeno che gli arrivava al cervello ottundendone le capacità mentali.
«Ohhh!» - si lasciò sfuggire dalle labbra Strabuccino quando comprese cosa fosse successo - «Le avevo detto di smettere a quella sciocchina! Lo sapevo che stava esagerando ma lei era troppo cocciuta per ammetterlo! Era ovvia che tutta quella carne le avrebbe fatto male: e questo è il risultato...»
Pensierino infatti aveva fatto indigestione e, sentendosi male mentre guardava la TV, era tornata da Strabuccino per vomitargli sul petto tutto quanto aveva precedentemente trangugiato, cuore compreso: adesso una dozzina di mosche svolazzavano felici su tali resti putrescenti e semi digeriti.

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