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venerdì 22 giugno 2012

Da FB...

Le informazioni, o per meglio dire gli slogan, che circolano su FB raramente mi convincono.
Spesso si tratta di sparate più o meno verosimili e impossibili o quasi da verificare.
Ogni tanto, quando mi viene la voglia, provo a investigare, a fare poche ricerche su Google e, il 95% delle volte, scopro che si tratta di bufale a volte in buona e, più spesso, in cattiva fede.

Esempio di bufala sgamata:


Però, nella grande quantità di informazioni a volte si trovano anche dei dati interessanti. Di seguito un paio di esempi più o meno recenti.

Era da qualche tempo (mesi/anni) che ci avevo fatto caso: appena succede qualche calamità c'è immediatamente una proliferazione di numeri di telefono da chiamare per donare qualche euro.
Mi chiedevo il motivo di tale sollecitudine: possibile che queste iniziative siano completamente disinteressate? A chi vanno questi soldi? Come vengono spesi? Chi c'è dietro?
Insomma avevo un grosso punto interrogativo in testa ma non sapevo darmi nessuna risposta: poteva benissimo darsi che il dubbio fosse dettato solo dalla mia solita paranoia ingiustificata.
Poi trovai uno di quei messaggi shared di FB che diceva qualcosa del tipo: le banche prestano i soldi donati con le telefonate, a interesse (e quindi ci guadagnano), ai terremotati (o ai calamitati del momento).
Non mi è riuscito rintracciare il messaggio in questione né, a suo tempo, cercai di verificarne l'attendibilità, però mi pare che indichi una possibilità da tenere presente.
Si tratta cioè di un'ipotesi, magari non vera, ma realistica perché spiegherebbe il motivo della prontezza con cui si pubblicizzano questi numeri telefonici: il guadagno; e la rapidità con cui appaiono si spiega con la cinica volontà di sfruttare l'onda emotiva causata nell'immediatezza dalla disgrazia per incrementare tale guadagno.

Mi ripeto: NON so se è vero, ma è verosimile e, al momento, è l'unica spiegazione che ho per spiegare questo fenomeno a mio parere sospetto.

Di tipo completamente diverso il secondo esempio:



In pratica un giornalista tedesco (presumo esperto di economia) sembra confermare una mia teoria che iniziai a studiare nei post Indagine sul debito e Ancora sul debito. All'epoca mi chiedevo se all'Italia convenisse o meno dichiarare il default. La mia conclusione fu: “Alla luce dei nuovi elementi penso che l'insolvenza sovrana sia inevitabile: in questo caso meglio prima che dopo aver spolpato ancor di più gli italiani...”.
Per i dettagli delle mie motivazioni consiglio di leggere il secondo post indicato ma, in pratica, faccio delle semplici stime dove, considerando un deficit annuo di 50 miliardi (una media degli ultimi 10 anni), un tasso d'interesse sui BTP del 7% (adesso è sul 6%) e una crescita del PIL del'1% (adesso la stima è di crescita negativa), fra 5 anni il peso del debito salirà di oltre il 50%.
Ovviamente le mie stime erano molto grossolane ma comunque indicative: in particolare mostravo la relazione fra deficit e interessi sul debito e come il primo fosse pesantemente condizionato dal secondo.
Per la cronaca il deficit statale è dato dalla differenza fra entrate e uscite: le entrate sono date dalle tasse mentre le uscite sono le spese (stipendi, sanità, esercito, etc) + interessi sul debito pubblico.
In altre parole, se non avessimo da pagare gli interessi sul debito, i conti dello Stato sarebbero più o meno in pari: da qui la mia domanda “chi ce lo fa fare di svenarci per niente? Visto che comunque il debito ha una dimensione tale da non essere estinguibile?”.

Il giornalista tedesco la pensa come me e conferma: l'Italia ha bisogno dei soldi che si procura sul mercato con i BTP solamente per pagare gli interessi sul debito stesso! Se decidesse di non onorare il debito non avrebbe bisogno di soldi.

Per curiosità contattai un'amica che parla tedesco per avere la conferma di quanto scritto nell'articolo. Mi rispose:
Confermo che c'è nell'articolo quel che il riassunto italiano dice.
L' è però che l'articolo è lungo e, per metà e più, parla della Spagna. E poi parla soprattutto della Germania. E prendere poche parole - per di più riassunte - fuori dal loro contesto, mi sa di scandalismo.


Insomma come mi immaginavo...

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