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martedì 13 dicembre 2011

Lezione migliore (6)

Premessa: il mio piccolo sondaggio fra i quattro o cinque lettori abituali che conosco ha avuto un esito sorprendente. Tutti, chi più chi meno, si sono dichiarati interessati a questi post sulle lezioni di chitarra (*1)! Mi è anche venuto da pensare che si trattasse di un'anomalia del mio campione visto che, oltre agli ingegneri, ho anche molti chitarristi... Oggi però un amico, che chitarrista non è, mi ha scritto:
i post sulla lezione di chitarra sono i più bellini!”. Quindi, visto che anche per me è utile, continuerò a riassumere queste lezioni.

La lezione di oggi mi è sembrata migliore delle altre.
Come al solito abbiamo preparato i compiti per la settimana: il riscaldamento non è cambiato (i soliti 20 minuti di noia...); alle scale (la caged 1, caged 2 e pentatonica di LA) abbiamo aggiunto la pentatonica di SOL; finalmente mi ha cambiato i giri degli accordi dandomene cinque nuovi (Dm/Dm/F/G; Am/G/F/E; D/C/G/G; Am/F/C/G; C/E/F/G (*2)); l'incastro libero (l'esercizio in cui devo suonare a mia scelta delle note sopra una base di quattro accordi) è rimasto invariato...
Come immaginavo l'esercizio di accompagnamento (che forse sarebbe più corretto definire di ritmica) e quello sulle forme non me li aveva tolti ma se li era dimenticati!
Così si è deciso (su mio suggerimento) di reinserire l'esercizio di accompagnamento (quello degli ottavi per capirsi) all'interno dell'esercizio sugli accordi: l'idea è di non suonare più 4 quarti per accordo ma, almeno inizialmente, 2 ottavi e poi 3 quarti in maniera che io abbia comunque il tempo di cambiare accordo senza confondermi troppo. Speriamo bene: non sono sicuro di esserne capace...

Così, in circa mezz'ora, abbiamo preparato il programma di studio per la settimana e, avendo ancora molto tempo a disposizione, mi ha fatto un po' suonare le scale.
Sono venuti fuori due fatti interessanti: il primo è che faccio le pennate, a volte dal basso verso l'alto e a volte al contrario, così come mi capita. Secondo il maestro invece devo abituarmi ad alternare sempre in su e giù in maniera che mi diventi automatico e abbia così meno da pensare a quello che fa la mano destra.
La seconda osservazione è stata quella di suonare entrambe le scale (caged 1 & 2) a partire dalla nota di DO. Il buffo è che proprio questo sabato l'amico, ovviamente chitarrista, che era venuto a cena da me (vedi il corto La notte degli spiedini viventi) e a cui avevo fatto “sentire” le mie lezioni mi aveva ammonito a suonare le scale a partire dal DO (*3) mentre io, anche a causa del sonno, avevo preso la sua affermazione con un certo scetticismo: invece aveva ragione!

Infine, visto che c'era tempo, mi ha scritto un breve brano da imparare a suonare: si tratta dell'inno alla gioia di Beethoven. Il brano non è complicato perché le note sono quasi tutte dei quarti a parte quattro battute con degli ottavi...
La cosa divertente e interessante è stata guardare insieme la diteggiatura: per chi non lo sapesse sulla chitarra molte note sono replicate (appartengono alla stessa ottava ma hanno un “timbro” diverso (*4)) e leggendo uno spartito non è quindi ovvio quale suonare.
La regola, non so quanto generale, si basa sulla distanza e sulla “direzione” delle noti precedenti: in genere la nota deve essere vicina alle altre ma ancora più decisivo (forse) è l'andamento delle note precedenti. Se queste tendono a “scendere” si preferirà ad esempio una nota dal timbro più basso (sempre a parità di ottava ovviamente!) o il contrario se “salgono”...

In conclusione una bella lezione sia perché ho suonato sia perché il brano di Beethoven ha notevolmente stimolato la mia voglia di imparare...

Nota (*1): Invece, per evitare delusioni, mi asterrò dal fare sondaggi sui miei post “matematici”...
Nota (*2): Inoltre mi ha segnalato delle canzoni (che non conosco ma che cercherò di ascoltare su Youtube) dove questi giri vengono usati! Si tratta di “The house of the rising sun”, “Sweet home Alabama” e “Zombie” dei Cranberries.
Nota (*3): Il motivo, anche se non mi è chiaro perché, è che così mi sarà più facile “replicare” queste scale su altre tonalità...
Nota (*4): Nel seguente schema (fatto da me!) si possono vedere in colori diversi le ottave differenti: come si può vedere la nota A3 (ovvero il LA della terza ottava) è replicata sul secondo tasto della terza corda, sul settimo della quarta, sul dodicesimo della quinta e sul diciassettesimo della sesta.

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