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mercoledì 19 ottobre 2011

Perplessità anticalamità

Ho appena letto l'articolo Decreto Sviluppo 2013 dal corriere.it.
Fra i vari provvedimenti uno mi ha colpito: le nuove polizze che garantiscono le case contro gli incendi dovranno obbligatoriamente coprire anche il rischio dei danni derivanti da terremoti (anzi contro qualsiasi calamità naturale!).

Cosa vi trovo di sbagliato?
Tutto! È come voler attaccare le ali di una mosca a un rinoceronte e pretendere che questo riesca a volare!

La teoria delle assicurazioni è quella di dividere il costo del rischio di un singolo fra molti individui.
Un esempio matematico per chiarire: tizio vuole essere garantito dal rischio XX per 1000€. La probabilità che XX si verifichi è stimata dall'assicurazione all'1%. A Tizio viene quindi richiesto di pagare 20€ (ovvero il 2%) e in questa maniera la compagnia assicurativa è statisticamente sicura di guadagnarci. Se infatti 1000 persone stipulano la stessa polizza di Tizio la compagnia assicurativa guadagnerà 20*1000=20000€ e mediamente né rimborserà 10*1000=10000€ con un ricavo netto di 20000-10000=10000€. Facendo quindi pagare 20€ per polizza la compagnia si garantisce un ricavo netto del 50% per polizza.

Da questo semplice esempio si ricava che il costo della polizza dipende da due elementi: la probabilità dell'evento XX e l'ammontare previsto del rimborso nel caso XX si verifichi. Apparentemente il numero di assicurati è irrilevante.

Il costo di una polizza contro l'incendio dipende quindi dal valore della casa (molto alto) e dalla probabilità che un incendio la distrugga completamente (molto basso).
Analogamente il costo di una polizza contro i terremoti dipenderà ancora dal costo della casa (molto alto) e dalla probabilità che questa venga distrutta da un terremoto (molto basso, ma dipende dalla sismicità della zona).
Quindi dov'è il problema? Se il primo tipo di polizza funziona perché non dovrebbe farlo anche il secondo?
I problemi sono due: è vero che la probabilità che una casa venga distrutta da un terremoto è molto bassa ma, nonostante questo, a naso ho la sensazione che sia di un ordine o due (se non più) di grandezza più alta della probabilità di venir distrutta da un incendio.
Ovviamente non possiamo fare questa statistica basandoci sui dati di un solo anno perché, fortunatamente, i terremoti sono eventi rari ma potremmo confrontare il numero di case distrutte da incendi e terremoti negli ultimi 25-50 anni per farci un'idea...
Il secondo problema è che se un terremoto distruttivo colpisse una città non distruggerebbe una singola casa ma la maggior parte delle case di quella città!
In questa eventualità le assicurazioni si troverebbero a dover far fronte a un rimborso sicuramente molto aldilà della loro liquidità.

Le conseguenze sono due: il costo delle polizze incendio/anticalamità aumenterebbero moltissimo (e probabilmente non avrebbero un costo giustificabile per chi vive in aree a bassa sismicità) e, nel caso di grandi calamità, sarebbero comunque inutili perché le assicurazioni fallirebbero o almeno sarebbero costrette a dilazionare su molti anni i rimborsi...

In conclusione sono sicuro che questa norma verrà stralciata oppure le compagnie assicurative smetteranno di stipulare assicurazioni sugli incendi!

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