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giovedì 15 settembre 2011

I tre maghi

In realtà il titolo di questo post sarebbe dovuto essere “I re magi” ma, visto che oggi non è il 6 gennaio, mi sembrava troppo banale...

È strano come accadano le cose, come la casualità sembri prendere una propria volontà per spingerci verso una metà che non rientrava minimamente nei nostri orizzonti.
Avevo finalmente finito il secondo libro (*1) di Erodoto (vedi Erodoto e le storie tese per una “recensione” della prima parte) e stavo decidendo cosa andare a leggere. Ero incerto fra un libro fantasy (“Cronache del mondo emerso”), uno di religione (“Il Corano”), uno di filosofia (qualcosa di Nietzche) ma soprattutto mi era venuta voglia di leggere Tucidide: così mi ero avviato verso la libreria nella “zona” di storia per vedere cosa era disponibile.

Ed ecco la coincidenza, la serendipità in azione, che fa prendere agli avvenimenti una direzione inaspettata: mentre passavo davanti alla “zona” religione ho visto con la coda dell'occhio un libretto intitolato “I re Magi” e subito ho capito che era destino che leggessi quel libro.

Pochi giorni prima infatti avevo scritto il post Onagro? Chi è costui?, dove appunto parlo dei re magi, e quindi mi è immediatamente sembrato naturale decidere d'approfondire l'argomento.

Il libro in questione è intitolato “I Re Magi” di Massimo Centini, Ed. Xenia,1992.

Devo subito premettere che preso per il verso sbagliato questo libro è estremamente deludente.
È deludente se ci si aspetta risposte certe e definitive: questo libro infatti non dà nessuna risposta ma propone una lunga serie di ipotesi che sovente sfociano in nuove domande.
Dei re magi infatti conosciamo solo pochi accenni da diverse fonti (vedi poi) e sarebbe quindi in malafede l'autore che volesse azzardare risposte definitive.
Da questo punto di vista il nostro autore è invece onestissimo: non si preoccupa minimamente di frustrare la voglia di certezze del lettore ma metodicamente riporta le varie possibilità esaminandole con pazienza una a una.

Personalmente, aspettandomi risposte chiare, inizialmente sono rimasto confuso e poi deluso. Quando però mi sono reso conto delle problematiche storiche ho iniziato ad apprezzare la costruzione di questo libro: come da minimi dettagli si possano intuire scenari diversi e la metodicità con cui ogni elemento è separato dagli altri e analizzato nel dettaglio. Da questo punto di vista un libro affascinante che dà l'idea della pazienza che richiede il “mestiere” di storico.

Interessantissimo è il capitolo sulle fonti: cosa sappiamo di preciso dei re magi?
La fonte più nota è il Vangelo di Matteo dove c'è un lungo passaggio che parla del loro incontro con Erode e, successivamente, con Gesù. Poi però ci sono tutti gli apocrifi dell'infanzia che aggiungono svariati dettagli (talvolta in contrasto fra loro): il Protovangelo di Giacomo, il Vangelo dell'Infanzia Armeno, il Vangelo dell'Infanzia Arabo-Siriaco e lo Pseudo-Matteo. Poi ci sono altre fonti, dette “orientali”: il Libro della Caverna dei Tesori, la Rivelazione di Adamo al figlio Seth e l'Opus Imperfectum in Matthaeum. Infine c'è la Historia Trium Regum di Giovanni da Hildesheim: scritto nella seconda metà del XIV secolo “unifica in una sola vicenda narrativa” le fonti apocrife e leggendarie.
Oltre a questi testi alcune informazioni potrebbero essere “nascoste”nell'arte figurativa: ad esempio ci potrebbero essere accenni a particolari o leggende non necessariamente tramandati nei vari libri.

Non so: già questa sola sfilza di libri stimola la mia curiosità. L'idea di ricercare la verità attraverso l'analisi di poche parole in testi dimenticati mi affascina. Per questo mi sono preso la briga di riportare tutti questi titoli...

Dopo la doverosa premessa sulle fonti il libro inizia a dissezionare i vari elementi del mito dei Re Magi.
Cosa era la "stella cometa"? Una nova? la cometa di Halley? Una luce? Una congiunzione di più pianeti?
Ognuna di queste possibilità ha diversi pro e contro e ogni fonte sembra indicare una spiegazione diversa: come detto questa incertezza non è l'eccezione ma la regola!
Quanti erano i Re Magi? Tre? Beh, in alcune fonti sono quattro!
Quando nacque Gesù? Quando si misero in viaggio i Re Magi? Tutte domande con molteplici risposte...
E i loro nomi? Tradizionalmente i loro nomi sono Gaspare, Melchiorre e Baldassarre ma nelle diverse fonti troviamo: Melco, Caspare e Fadizzarda oppure Hor, Basander e Kursundas oppure Hormidiz, Jezdegerd e Pêrôz oppure Bithisarea, Melchior e Gataspha oppure Melkon, Bathisarea e Gathaspa.
Già solo da questa varietà di nomi è possibile intuire la moltitudine di storie e leggende che si intrecciano nel mito dei Re Magi.

E così il libro prosegue a scomporre e ad analizzare i singoli elementi a un livello di dettaglio che sembra quasi superfluo: ad esempio i Re Magi adorarono Gesù in una grotta o in una stalla?

La conclusione è che non ci sono certezze. Quello che ho capito io è che il mito dei Re Magi rispondeva a due diverse esigenze: la prima era di rendere la religione cristiana più facilmente comprensibile ai pagani (vedi anche la coincidenza del Natale con il 25 dicembre del Sol Invictus); la seconda era quella di confermare le profezie dei profeti biblici sulla venuta del Messia.
Nel tempo la prima esigenza è venuta meno e anche la seconda, una volta che il cristianesimo raggiunse l'egemonia religiosa, era percepita come tale da un limitatissimo numero di studiosi della Bibbia: per questo il mito dei Re Magi ha perso parte della sua originaria importanza offuscando a noi contemporanei i suoi motivi e riferimenti nascosti.

Nota (*1): “secondo libro” è fuorviante: più esatto è dire che ho letto la seconda raccolta dei libri di Erodoto!

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