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martedì 12 aprile 2011

Politica ipocrita

Ecco: questo è uno di quei post che inizio a scrivere tranquillo e rilassato e poi, via via, mi arrabbio. Anzi, non è che mi arrabbio, piuttosto vengo colto da nausea...

Voglio scrivere di quello che ritengo essere il maggior difetto degli italiani: l'ipocrisia.
Sull'argomento scrissi già il post Ipocrisia al lavoro. In quel post spiegai che l'ipocrisia italiana si presenta in numerose forme e influenza diversi aspetti della società: in particolare mi concentrai nell'ipocrisia dell'informazione che spesso si traduce in un buonismo superficiale pieno di luoghi comuni.

Oggi invece voglio evidenziare un esempio di ipocrisia politica.
Ricordate il post Smaltimento immigrati di qualche giorno fa? In esso scrivevo “Si sa già che tali immigrati non hanno alcuna intenzione di starsene in Italia ed “evaderanno” quanto prima da tali centri d'accoglienza: quindi perché preoccuparsi tanto? Basta fare in modo che il tasso di evasione sia superiore al ritmo d'arrivo e il problema è risolto.”

Non so: probabilmente se il mio blog avesse un immeritato alto numero di lettori sicuramente qualcuno di essi si sarebbe inalberato commentando con parole del tipo: “analisi superficiale”, “anche noi un tempo eravamo immigrati”, “devi rispettare le sofferenze di queste persone” e magari un “razzista!”.
Forse avrei potuto rispondere (in ordine con le precedenti affermazioni) parole del tipo: “vero, ma evidenzio un aspetto importante”, “vero ma irrilevante”, “vero” e “falso: il razzismo non c'entra”.

Però la risposta migliore sarebbe stata non rispondere niente e aspettare che a parlare fosse il tempo.
Adesso, a una dozzina di giorni di distanza, la verità di fondo delle mie parole dovrebbe apparire a tutti più evidente.
Il governo italiano, insieme a tutte le persone di buon senso, sanno bene che questi immigrati vorrebbero raggiungere dei paesi europei più ricchi (e dove si vive di gran lunga meglio che da noi) come la Francia, la Germania, l'Olanda o la Danimarca...
D'altra parte il trattato di Schengen impone ai paesi sui confini della EU di fermare gli immigrati clandestini che entrano nel territorio dell'unione e di riaccompagnarli alla frontiera.
Ora l'Italia ha l'indubbia difficoltà di non avere un confine di terra con la Tunisia oltre il quale riaccompagnare i clandestini: fra noi e la Tunisia c'è un non indifferente tratto di mare ed è quindi necessaria la cooperazione della Tunisia stessa, che è uno stato sovrano, per procedere con i rimpatri.
Al momento non c'è nessun accordo perché la Tunisia è ben contenta di togliersi di torno dei giovani disoccupati che invece, riuscendo a trovare lavoro in Europa, potrebbero poi far entrare valuta pregiata in patria...

Ora uno stato serio, ad esempio Francia o Germania, cosa avrebbe fatto al posto dell'Italia?
Io credo, perché la riprova ovviamente non c'è, che avrebbe raccolto questa massa umana in pochi centri di accoglienza dignitosi (nel senso di cibo/servizi igenici/posto letto decenti) ma ben sorvegliati (in maniera da evitare fughe) e avrebbe iniziato a trattare con la Tunisia il rimpatrio di queste persone.
Si sarebbero cioè evitati qualsiasi comportamento che avrebbe potuto suggerire alla popolazione tunisina rimasta in patria che l'entrare illegalmente in Italia porta poi comunque all'accesso in Europa.
Per un analisi più approfondita della relazione fra “messaggio” e trattamento degli immigrati illegali vedi il post Parcheggio.

Cosa ha fatto invece l'Italia? Ha provato a usare la sua “ipocrisia politica”.
Gli immigrati illegali sono stati poeticamente definiti “migranti” (vedi -ati e -anti) e poi sono stati dispersi sul territorio nazionale, dicendo a tutto il mondo “guardate come siamo bravi e buoni a gestire questa emergenza umanitaria” avendo comunque la certezza che queste persone avrebbero poi risolto il problema da soli scappandosene oltre confine.
Probabilmente questo piano di mostrarsi belli, non facendo in realtà niente di concreto per risolvere il problema, avrebbe anche potuto funzionare. Certo questi immigrati avrebbero potuto avere qualche problema a entrare in Francia ma, dopo svariati tentativi, prova e riprova, prima o poi ce l'avrebbero fatta.

Invece il ministro dell'interno Castagne ha voluto strafare: forse, preoccupato che qualche immigrato perdesse la speranza di riuscire a lasciare l'Italia e si stabilisse definitivamente da noi, ha cercato di essere troppo furbo.
Ha pensato “perché non munire questi immigrati irregolari di un foglietto che dica che sono in regola? In questa maniera ci libereremo di loro ancora più rapidamente!”.
Ma le altre nazioni non sono governate da fessi: il giochino ipocrita dell'Italia di scaricare il problema sugli altri paesi è stato prontamente smascherato.
Questa soluzione aveva infatti un gigantesco problema di fondo. Come al solito c'è un messaggio implicito in ogni azione politica: se si fornisce ogni immigrato illegale di un foglietto che dice “Sei temporaneamente regolare e puoi andare a giro per l'Europa dove più ti piace...” cosa pensate che faranno tutti i tunisini (per non parlare dei milioni di africani) rimasti in patria?
Ma apparentemente questo concetto è troppo complicato da afferrare per la diplomazia italiana. Si preferisce far finta di essere buoni e organizzati per poi cercare di “risolvere” il problema col minimo sforzo (appioppandolo cioè ad altri).

Come scritto i clandestini avrebbero dovuto essere confinati in pochi centri di accoglienza ben sorvegliati senza possibilità di fuga. Se poi la EU avesse protestato affermando che il trattamento era sotto lo standard prescritto allora si sarebbe potuto rispondere “Benissimo: aiutateci”; se invece fosse stata la Tunisia a protestare allora si sarebbe potuto rispondere “Benissimo: riprendeteveli”...

Invece non è chiaro dove questa ipocrisia politica ci porterà...

1 commento:

  1. Eserciti non possono fermare idee il cui tempo è maturo.
    Figuriamoci il governo italiano.

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