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venerdì 11 febbraio 2011

Sopravvissuto

Qualche anno fa sono sopravvissuto a un disastro ferroviario. Stranamente non gli ho mai dato troppo risalto sia con parenti che amici. Strano perché una persona prudente, diciamo pure noiosa, come me non ha molti aneddoti da raccontare...
Comunque ecco la storia come la ricordo.

Ero tornato dall'Italia e, atterrato a Schiphol, ero salito su uno dei numerosi treni diretti a L'Aia.
La cosa bella dei treni olandesi è che non c'è mai bisogno di sapere l'orario: si arriva alla stazione e mediamente in 5 minuti, al massimo in 15 (*1), c'è un treno che va nella direzione voluta (o Amsterdam o L'Aia nel mio caso. Probabilmente altre località non sono servite altrettanto bene).
Probabilmente era tardi (*2), dopo le 20:00, e la mia carrozza era semivuota. Io me ne stavo per i fatti miei facendo la guardia alla mia valigia come un bulldog.
Dopo una decina di minuti di viaggio si sente un forte rumore che sul momento non si riesce a identificare: il problema è che il rumore non smette e periodicamente qualcosa sembra colpire il finestrino sul lato opposto a quello dove mi trovo.
Da quella parte c'è un ragazzo di colore e io gli dico di venire dalla mia parte perché mi pare pericoloso per lui restare dove è.
Poi dal fondo del vagone, io ero proprio in cima, un ragazzo urla qualcosa in olandese che ovviamente non capisco. Poi ripete in inglese: “Pull the brake!”, cioè “Tirate il freno!”. Mi guardo intorno e vedo che il freno si trova infatti alla mia estremità del vagone. Ovviamente mi guardo bene dall'agire solo perché qualcuno che non conosco dice di farlo!
Comunque dopo pochi secondi il ragazzo si precipita sul posto e lo tira lui stesso.
Il treno inchioda e i rumori che erano continuati per tutto il tempo si fanno più radi: improvvisamente il finestrino opposto a dove mi trovo io esplode in mille pezzi sfondato da un grosso cavo metallico. Io vengo colpito appena sotto l'occhio sinistro ma non è niente di grave.
Va via la luce e noi si rimane sul posto, poi arriva il capotreno che, resosi conto della situazione, ci fa cambiare carrozza.

In pratica quel giorno c'era stato del vento anomalo e il nostro treno aveva agganciato dei cavi e tralicci in un tratto dove c'erano dei lavori in corso. Fin quando il treno viaggiava a tutta velocità i cavi sbattevano saltuariamente sulla carrozza ma quando ci siamo fermati questi l'hanno urtata violentemente sfondandola in più punti. Infatti, a parte il finestrino opposto al lato dove io sedevo, nell'area dove si scende e sale dal vagone, una porta (pure bella massiccia!) era stata sfondata da un traliccio di ferro rimasto conficcato in essa. Insomma, solo a causa dell'orario non c'erano stati feriti o peggio.
In seguito sempre sul treno ormai in panne e senza elettricità un dottore volle controllare il mio occhio ma non vide niente: inutilmente gli dissi che non sentivo più alcun dolore. Poi la polizia, molto gentilmente, ci chiese i nostri dati (suppongo in caso ci fosse un processo credo...). Dopo un'ora, forse più, fummo trasbordati su un altro treno e, lentamente, arrivammo a destinazione.

Il giorno dopo sul giornale c'era un trafiletto sull'accaduto dove venivano menzionati due “feriti” lievi più una donna colpita da crisi di panico: i feriti erano io e il ragazzo di colore (che sanguinava per un taglietto alla mano).
Insomma tutto finì bene e io ebbi una buona storia da raccontare a lavoro ma, potenzialmente sarebbe potuta finire male. Inoltre credo di aver fatto la mia parte facendo spostare il ragazzo di colore sul mio lato: lui era evidentemente preoccupato dai rumori ma era esitante a muoversi e forse sarebbe rimasto al suo posto se io non lo avessi spronato con le mie parole. In quel caso sarebbe stato investito in pieno dai frammenti di vetro e forse anche dal cavo metallico...

Nota (*1): Una volta provai a fare altrettanto presentandomi alla stazione di Figline per andare a Firenze. Traumatizzato ho sempre evitato di ripetere l'esperienza...
Nota (*2): Beh, tardi per gli olandesi...

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