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sabato 25 settembre 2010

Bidè pallido di collera

Continua la mia poca voglia di scrivere...
I miei appunti contengono ben 15 diverse idee per un post ma nessuna di esse mi ispira.
Fortunatamente in mio soccorso è giunto il wc o, meglio, il bidè.
La mia scarsa vena creativa è evidenziata dal periodo precedente: volevo fare una battuta ma, a metà strada, mi sono reso conto che non ne sarebbe venuto niente di buono.
Il fatto è che, quando vado in bagno, sono sempre costretto a portare con me un libro: non è un problema di carta igienica quanto che mi piace leggere mentre, diciamo, il ciclo digestivo raggiunge il suo estremo termine.
Il libro, di solito, mi aspetta appoggiato sul bidè e per questo mi era venuta la malsana idea di provare a scherzarci sopra...

Comunque, fatta questa inutile e stanca premessa, in questi giorni il libro del WC è i “Pensieri” di Bertrand Russell. Magari, una volta terminato, scriverò un post sulle mie conclusioni su di esso ma, oggi, voglio prendere lo spunto da una sola frase.

Il libro è una raccolta di pensieri sui più disparati argomenti: politici, economici, quotidiani e non...
In genere ogni argomento viene trattato in una, massimo due, paginette e quindi la sua lettura è molto scorrevole.

L'argomento di oggi riguardava l'opinione di BR sulla cosiddetta “conoscenza inutile”.
Prima di proseguire consiglio, a chi non l'ha fatto, di leggere il mio post Eu-xxx & Eu-yyy...

L'opinione di Russel è che questa conoscenza, che non ha un'utilità pratica, ha comunque una sua funzione, ovvero, “promuovere un abito mentale contemplativo”. In parole povere la conoscenza “inutile” aiuta a mantenere un certo distacco dalla realtà e permette quindi di osservarla più razionalmente, magari con una buona dose di ironia.

Fra i vari esempi che adopera per illustrare questo impalpabile concetto scrive: “Quando si viene assaliti da persone livide di rabbia, fa piacere ricordare il capitolo del 'Trattato delle passioni' di Descartes intitolato: 'Perché bisogna temere di più quelli che impallidiscono di rabbia piuttosto che quelli che diventano rossi'.” (*)

Io non ho letto questo trattato di Descartes ma, ugualmente, ne conosco il motivo.
Qualcuno lo sa?
Su pensateci un po'...
...
...
...
Ci state pensando?
...
...
...
Allora?
...
...
...
Secondo me ci potete arrivare...
...
...
...
Va bene... lo spiego io...
Prima di tutto bisogna precisare che si diventa rossi per la rabbia ma si impallidisce per la collera.
Quindi tutto sta nella differenza fra rabbia e collera.
La rabbia nasce da una situazione di impotenza, la collera invece si prova quando si ha la capacità di reagire. Da questo punto di vista la persona in preda alla rabbia è più simile al proverbiale “cane che abbia ma non morde”. Invece la persona che sbianca per la collera sta probabilmente già meditando sul come vendicarsi.
La rabbia è un'emozione calda e brucia rapidamente, la collera invece è fredda e dura più a lungo.

Poi non so... non ho controllato wikipedia per vedere cosa dice a questo riguardo!

Edited: La conclusione è che bisogna temere molto di più un bidè bianco di uno rosso...

Nota (*): Tratto da “Pensieri” Russell, Grandi Tascabili Economici Newton, 1997

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