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martedì 22 giugno 2010

Varie dal 1918

Questo blog, come tutti sapete, è piuttosto scadente. Per provare ad alzarne il modesto livello, mi avvalgo dell'aiuto di mio nonno e, posto, una sua vecchia lettera.

Di seguito le due pagine originali con a seguire la trascrizione del contenuto.




Zona Guerra 12-6-918
Caro Padre
Solo a voi vi invio questa brutta notizia che poi farete recapitare al zio Vittorio immaginando quale dolore avrei messo se avessi scritto direttamente a loro.
Spero che sapranno darsi pace, e che solo a voi potevo incaricarvi per una così brutta missione da fare. Scriverò quando saranno venuti a conoscenza del fatto.

Col cuore angosciato dal dolore vi faccio avvertito della triste sorte toccata al povero Adamo. Comandato a prestare servizio all'Autodrappello Comando Genio quale conduttore d'autocarro (per trasporto pali telegrafici) passando in sussistenza presso il nostro Reparto. Dal momento che si trovava qui a prestare servizio ci vedevamo di sovente, ed anzi il giorno 10 c. mese siamo stati assieme, dove mi raccontava di Giovanni.
Ieri come altre volte mi venne dato ordine di fare la bassa di cessazione per Botticelli perchè doveva rientrare alla propria Autosezione. Anzi mi hanno detto che fosse per una licenza straordinaria, avendo la figlia ammalata. Stamani quando sono sortito mi sono voluto recare lì per dirle quando veniva a prendere la bassa e a salutarlo. Avvicinatomi alla sua macchina non lo vedo, rivolgo la domanda a un automobilista il quale mi risponde che è morto. Io non le davo ascolto credendo come a volte si fa burlando fra di noi, mentre un altro lo conferma. Figuratevi come sono rimasto in quel momento. Corso subito dal suo Furiere, mio amico le ho raccontato il fatto, mi ha domandato se ero suo cugino, e così mi ha spiegato tutto il triste fatto accaduto. Accorso subito dal mio Comandante ho potuto avere un permesso per recarmi ove era stato trasportato, cioè: All'ospedale di Lappa Vicenza accompagnato da una vettura fino all'ospedale. Ecco quello che ho potuto




sapere della triste notizia. Alle ore 17 del giorno 11 c. mentre in viaggio per il ritorno alla propria sede assieme ad altri della medesima sezione carichi di questi (pali telegrafici) che erano in cammino, arrivati sul Viale che da Vicenza conduce a ... a ... il Conduttore del Camions antistante dovè fermarsi di colpo, non so per quali ragioni; il fatto si è benchè con grande sangue freddo e da abile conduttore avesse cercato di arrestare di colpo la macchina non ha potuto sottrarsi del tutto all'urto, che un palo lo fratturrava all'addome restando quasi morto sul colpo. Questo è successo alle 17:30 e poco dopo le ore 20 cessava di vivere all'Ospedale di Cappa (*1) di Vicenza. Appena giunto mi hanno fatto accompagnare nella stanza mortuaria, ove vi posso assicurare non è stato sciupato da nessuna parte, uno solo il colpo che ha ricevuto e che ha provocato qualche frattura interna che ha dovuto soccombere.
È stato munito di tutti i conforti religiosi. Mi sono adoperato per il recupero degli oggetti, ma all'ospedale solo i 2 anelli avevano, perchè il portafogli e altri oggetti li avevano levati i suoi amici. Io non ho voluto niente dicendole che pensassero loro a fare recapitare tutto, facendo un pacco alla propria Famiglia. Ho incaricato pure un Cappellano che è stato lui stesso che mi ha portato davanti. Quando avrò un po' di tempo parlerò io col suo Tenente di Sezione per poter rinvenire tutto quanto. Ho trovato Adolfo Fedi e le ho raccontato il fatto come è andata. Io per il momento di salute sto bene ma però sono molto abbattuto da questa brutta notizia tanto più che eravamo assieme ieri l'altro. Vi prego a volervi fare coraggio e darvi pace perchè si vede che il destino doveva essere quello. Questa notte ne ho passate due - uno dei nostri si è ucciso. Saluti a tutti di famiglia come pure alla famiglia dello zio Giovanni. Baci infiniti vostro figlio
Augusto Bini


Mi ha fatto uno strano effetto leggere questa lettera. Il nonno che ho conosciuto io aveva più di 80 e, a me, sembrava vecchissimo e distante. Invece, all'epoca di questa lettera, aveva 23 anni e, paradossalmente, rileggere le sue parole con le emozioni che a malapena celano, me lo fa sentire più vicino, più reale.
Per la cronaca la "bassa" è un termine militare per "lasciapassare".
Alcune costruzioni grammaticali sono buffe, come usare "le" al posto di "gli", ma non so se, a inizio secolo si parlava così, oppure, se è un influsso dialettale (dopotutto, se non sbaglio, il nonno aveva fatto solo i primi tre anni delle elementari...).

Nota (*1): Non sono sicuro di aver interpretato bene il nome dell'ospedale. In particolare mi riferisco a "Cappa"...

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