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domenica 6 giugno 2010

Serendipità

Interessante l'origine della parola serendipità: sapevo che era l'italianizzazione del termine inglese serendipity ma, la mia conoscenza, si fermava lì.
Pensavo che fosse il solito caso in cui una lingua ha un vocabolo con una sfumatura di significato che manca in un'altra. La seconda lingua, quella che non ha il termine equivalente, prende in prestito la nuova parola e, poi, la fa sua modificandone, ad esempio, la grafia.
Beh, questo è certamente vero per il termine serendipità nel suo passaggio dall'inglese all'italiano ma, quello che non sapevo, è che, il termine inglese, è un neologismo.

Il termine fu coniato nel 1754 da uno scrittore inglese che commentava una fiaba intitolata "The Three Princes of Serendip". Serendip è l'antico nome dell'isola di Ceylon, ora chiamata Sri Lanka.
Nella fiaba, i protagonisti, scoprivano in maniera casuale (ma anche con sagacia) delle nozioni che non stavano cercando.
Il termine, se ho ben capito, si riferisce, non alla scoperta in sè, ma alla sensazione provata alla scoperta imprevista (vedi wikipedia per maggiori informazioni).
Il mio fido Zanichelli, invece, va meno per il sottile e, spiega il termine, come il trovare qualcosa di inaspettato mentre si cerca qualcos'altro.

Tutto questo per introdurre il film Serendipity che ho visto ieri sera. Questo film mi era stata regalato in un negozio in Olanda e mi ero perfino dimenticato di averlo!

Conoscendo il termine "serendipità" è facilissimo riassumerne la trama: per serendipità un uomo e una donna si incontrano e passano la serata insieme; per capriccio e sfortuna, simboleggiata da un bambino vestito da diavolo, si perdono immediatamente di vista e, per un paio di anni, non hanno notizie l'uno dell'altra. Poi, per diversi motivi, i due cercano disperatamente di rimettersi in contatto ma, tutti i loro, seppur notevoli, sforzi, sono vani; finalmente, quando entrambi hanno smesso di cercarsi l'un l'altra, per serendipità, si ritrovano.

Nel complesso un film rosa piuttosto modesto (6.5 direi) però, questo concetto di destino (che opera attraverso la serendipità), lo ho trovato affascinante. Senza esserene cosciente io stesso, istintivamente, mi sono, in certe occasioni, affidato alla sorte pur sapendo che, le probabilità a mio favore, erano poco più che nulle: sfortunatamente la serendipità non è mai stata dalla mia parte...

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