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martedì 9 marzo 2010

Dark Steel Break

A cavallo fra gli anni '80 e '90 (diciamo dal 1985 al 1995) seguivo molto il cinema e riempivo VHS su VHS di film belli, passabili, bruttini, brutti e molto brutti. Era insomma quasi impossibile che trovassi un film inguardabile.

In quel periodo consideravo la Bigelow come il mio regista preferito.
Personalmente ero a conoscenza di solo tre film diretti da lei: "Near Dark", "Blue Steel" e "Point Break".
Controllando su wikipedia ho visto che ha fatto, a parte l'ultimo film, poco altro.

"Near Dark" è un film sui vampiri del 1987. Chiaramente era un film in anticipo sui tempi e non riscosse particolare successo. Non credo che, almeno in Italia, lo abbiano visto in molti.
Invece divenne subito uno dei miei film preferiti forse anche per la vampiretta del film (interpretata da Penny Wright) che mi piaceva molto. La regia era sobria e senza eccessi e contribuiva a rendere "credibile" la storia di questi vampiri dei giorni nostri. Alcune scene, come la strage al bar di motociclisti, erano comunque ricche di adrenalina e si poteva percepire l'ottima mano della regista.

"Blue Steel" non mi piacque e, anzi, ne restai molto deluso perchè mi aspettavo molto di più. Non so cosa non andasse in quel film: forse la trama era un po' troppo lineare... Comunque mi rimase la sensazione di film "noioso".

E poi fu "Point Break". Un capolavoro. Forse il miglior film d'azione che io abbia mai visto. Qui la regia ha molti acuti. A mio avviso memorabile l'inseguimento a piedi fra il buono e il cattivo (sorry, ma per i nomi sono negato...): a volte certi inseguimenti fra veicoli con esplosioni, spari e incidenti a catena fanno solo sbadigliare. Invece l'inseguimento a piedi di questo film ti coinvolge al 100% e fa venire il fiatone anche a chi lo guarda comodamente seduto in poltrona! Molto belle anche le riprese dei surfisti anche se forse non sono state girate da lei direttamente (non ne sono sicuro!). Indimenticabile la scena nella quale il protagonista si lancia dall'aereo senza paracadute. Al giorno d'oggi l'idea è diventata comune: posso immaginarmela in un film di John Woo con Jackie Chan. Una smorfia buffa, un urlo per farsi coraggio e Jackie vola nell'aria mulinando le braccia. Nel film della Bigelow invece, prima di lanciarsi, il protagonista mostra tutta la sua frustrazione per il non poter raggiungere il cattivo che scappa. Come una tigre in gabbia si dibatte per la carlinga dell'aereo scalciando e triando pugni alle pareti: quando alla fine si lancia, è tutto più coinvolgente e credibile. Ah, già, anche qui mi piaceva molto la protagonista femminile (non ricordo il nome dell'attrice...)

Questo anno La Bigelow ha vinto l'Oscar. Per questo provo sensazioni ambivalenti: da una parte, come detto, conoscevo già e apprezzava moltissimo la Bigelow, dall'altra però, ho avuto la sensazione che la sua vittoria fosse una "sorpresa annunciata". In genere poi gli oscar vanno ai grandi successi del botteghino o comunque a film che piacciano al palato del grande pubblico e che (sorpresa!) stuccano al mio. Dal mio punto di vista l'Oscar non è quindi garanzia di qualità.
Non ho visto il film in concorso quindi non ho idea se il premio sia veramente meritato oppure se, visto il tema trattato (la guerra in Iraq), abbiano pesato considerazioni politiche extra artistiche (o magari se, sull'onda lunga di Obama presidente, era semplicemente venuto il momento per la vittoria di una donna come miglior regista...).

Spero che il film sia davvero meritevole e che, per una volta, anche Holliwood abbia voluto premiare un film di qualità.

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