«[Figlio dell'uomo] Porgi l'orecchio e ascolta le parole di KGB
e applica la tua mente alla SUA istruzione
» Pv. 22,17

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sabato 21 febbraio 2015

AedE: Scena II, Atto IV

Le istruzioni in breve (la versione completa è qui):
  1. Fare partire il primo brano della scena
    • Regolare il volume della musica non troppo alto: si deve sentire chiaramente ma non deve distrarre
    • Per calarsi nella giusta atmosfera cercare di battere il ritmo della musica con la mano
    • Non prestare attenzione alle parole della musica o alle immagini del video: in genere il testo della canzone non avrà nessuna attinenza con la scena e potrebbe quindi distrarre e confondere il lettore. Abbandonarsi semplicemente all'atmosfera!
  2. Aspettare il tempo indicato prima di iniziare a leggere il testo della tragedia vero e proprio. E non sbirciare!
  3. Leggere con attenzione cercando di seguire la punteggiatura e “interpretando” i vari personaggi
  4. Finita la lettura aspettate che il brano musicale termini prima di avviare il successivo o passare alla scena seguente



Aspetta 1m
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[Andros si aggira per l'accampamento degli sciti]
Andros - [a Ombra-Ippandro, mormorando] Fra queste tende nessuno, come fossi foglia fra foglie su albero frondoso in bosco estivo, mi ha degnato di una seconda occhiata.
Ombra-Ippandro – La prudenza avrebbe consigliato di palliarsi con il manto che fu di Ippandro. Perché rischiare un pugnale fra le scapole aggirandosi in sudicia veste barbara fra barbari litigiosi?
Andros – Questi soldati non sembrano pronti a fare oste: ridono, bevono, scherzano, mangiano e urlano come fossero in festa... me ne chiedo il motivo...
Ombra-Ippandro – Perché indugiare oltre? Non arrovellarti inutilmente e lascia questi uomini alle loro contese e ai chiassosi trastulli! Ignorali e ratto vai al palazzo del re: compi la vendetta e salva Euginea!
Andros – Facile sarebbe uccidere, ma ben più difficile è comprendere: voglio esser libero di poter domandare...

[Andros osserva da lontano un gruppo di guerrieri sciti che giocano intorno al fuoco]
Andros – [a Ombra-Ippandro, mormorando] Le mani che gettano i dadi non sono lorde di sangue ed è difficile, negli sguardi allegri, distinguere le colpe passate. Quali sono le bestie selvagge che uccisero i miei cari? Chi devastò il mio villaggio? Come mai il peso dei crimini commessi non segna i loro volti?
Ombra-Ippandro – Vedi gli uomini, non le loro anime. Ogni colpa, per quanto ripetuta e abietta, è sulla pelle soffice lino, non cuoio grezzo: su di essa non lascia guidaleschi. Solo in chi consideri tale il proprio delitto, così da esserne costantemente afflitto, talvolta, si manifesta col suo marchio. Ma pochi uomini osano volgere lo sguardo alla propria coscienza: i più temono ciò che potrebbero vedervi riflesso...
Andros – Ombra infida! Se nell'animo colpevole il male non sempre lasciasse la sua cicatrice, allora il malvagio potrebbe credersi giusto? E il giusto come potrebbe essere certo di non essere malvagio? Giustificando questi guerrieri insinui che la mia vendetta possa essere iniqua? Io stesso potrei essere non probo ma reo?
Ombra-Ippandro – Io sono te: non suggerisco né giustifico, do solo voce ai tuoi stessi dubbi.
Andros – [sbuffando] Andiamo oltre magniloquente Ombra che, alle mie domande, sempre replichi senza mai rispondere... mi irrita troppo non riuscire a odiare questa semplice soldataglia...



Aspetta 20s

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[Mentre Andros si aggira silenzioso fra le tende un ubriaco barcollante, sbucato dal nulla, si scontra con lui]
Ubriaco – Scusami amico! [ridendo] Il liquore era così forte che la terra barcolla sotto di me! Ma perché, silente e scuro in volto, inquieto ti aggiri in questa sera di chiassosa festa? Vieni, condividi un corno di idromele con me!
Andros - [a Ombra-Ippandro, mormorando] Questo è l'uomo che cercavo: con accorte domande scoprirò ciò che voglio. [all'ubriaco] Volentieri festeggerò insieme a te.
Ubriaco – Mi pare di riconoscere il tuo accento: vieni dal sud? Sei della schiera di Kolaxais, cugino del re Totraz?
Andros – È vero: acuto è l'intelletto e fino l'orecchio degli uomini del re. Ma soprattutto ho sentito esaltare il vostro grande valore...
Ubriaco – Hai udito bene: il coraggioso Totraz è un seguace di Batraz che lo favorisce e consiglia. Tieni, bevi: le nobili gesta vanno provate sopra la coppa!
Andros – E io ho quella di mio padre che fu di suo padre: ti prego di condividerla con me in cambio della tua ospitalità.
Ubriaco – Onorato accetto. [beve da Wacamonge] Se non sapessi che è impossibile direi che la tua coppa rende l'idromele migliore di quanto non sia: mi sento diverso...
Ebbene sappi che ho partecipato all'audace spedizione, nel lontano meridione assolato, fra le frastagliate coste dell'Ellade, fino all'estremo golfo di una terra detta Laconia. Guidati dal potente Batraz siamo piombati su un villaggio dove re Totraz ha vinto come trofeo la sua sposa, nostra regina...
Ombra-Ippandro – Calmo Andros! Lascialo dire!
Ubriaco - ...invero la battaglia fu facile perché sorprendemmo il nemico impreparato: felici esultammo per le poche perdite. Ma, lungo la rotta del ritorno, la buona sorte ci abbandonò e, più volte, gli abili marinai achei esigerono un esoso tributo di vite. Gli anziani dicono che pagammo a caro prezzo l'oltraggio fatto al tempio di una loro dea...
Andros – E che mi dici della sposa: è bella come dicono?
Ubriaco – Nessuna parola la può descrivere: coraggiosa e fiera, con armoniosa grazia si muove e una stella sfolgora sulla sua bianca fronte. Cosa ti abbiano detto non so, ma certo non è abbastanza... Ora amico è però il tuo turno di bere e di narrare le tue imprese.
Ombra-Ippandro – Attento Andros: come un orafo pesa con precisione e buon senno le tue parole!
Andros – [beve a sua volta da Wacamonge] Felice scherzavo col vento mentre fra le montagne aguzze vagavo solingo ma, quando una compagna cercai, parole acuminate mi spaccarono il cuore; per settimane, invocando gli dèi, agonizzai vivo e forte eppure morto e freddo. Batraz mi salvò la vita condannandomi a morte: l'ombra del mio defunto fratello fu il boia che mi precipitò dal dirupo crudele; un cerusico, allievo di Chirone, fu il mio salvatore e, io, il di lui esiziale flagello; dopo nove lune, dalla terra rinacqui; ora adempio al giuramento verso un Dio irascibile e reco la vendetta di una Dea implacabile, ma a nessuno dei due obbedisco; dopo un lungo viaggio, ho ucciso undici guerrieri immortali e un gigante imperituro; la mia cerca è inconclusa e molti ancora cadranno prima della sua fine...
Ubriaco – [sinceramente impressionato] Parole oscure ma veraci: il tuo coraggio rende onore all'antica coppa. E, in qualche modo, il tuo racconto mi ha restituito la ragione: completamente ubriaco mi ero perso, adesso però sto meglio e, se mi aiuti, vorrei tornare alla mia tenda...
Andros – Certamente amico mio: tu guidami e io ti accompagnerò... [e lo prende sottobraccio]



Aspetta 30s

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[Andros lascia l'ubriaco al suo giaciglio e torna a vagare per l'accampamento]
Ombra-Ippandro – Perché hai fatto bere quel barbaro da Wacamonge?
Andros – Domani non voglio uccidere colui che mi ha offerto il suo idromele oggi... Ma quella giovinetta laggiù non è la timida Spourgita? Era una mia vicina fino a quando, pochi anni fa, fu consacrata come vergine alla Dea del sesso. Voglio parlarle...

[Andros la raggiunge velocemente]
Andros – Spourgita!
Spourgita – Signore? ...Andros? Sei tu Andros? Sei tornato dall'oltretomba?!
Andros – Non dall'ade ma dal buio ventre della terra sono rinato alla luce e all'aria. Dimmi, piccola Spourgita, parla e non temere: quali peripezie ti hanno condotta fin qui?
Spourgita – L'infausto giorno in cui la rovina si abbatté su tanti innocenti, le colombe della candida Afrodite non furono più fortunate: gli sciti invasori profanarono il tempio, mutilarono la sua buona sacerdotessa, ci denudarono strappandoci il medaglione d'opale e, in pastoie, ci condussero via. Ricco bottino fummo considerate le serve della Dea doviziosa. L'indomani sul ponte della nave, a una a una, fummo all'asta spartite fra i luogotenenti del re. Ma durante il viaggio, scontri e sventure decimarono gli uomini e, più volte, cambiarono il padrone mio. Adesso appartengo a un anziano vedovo che mi tratta quasi come una figlia...
Andros – Nella nostra patria non è però consuetudine che i figli siano nipoti dei padri...
Spourgita – [arrossendo] È vero, acuti nonostante l'oscurità sono i tuoi occhi: porto nel grembo il figlio del mio padrone, ma egli mi è benigno e non abusa del suo potere...
Andros – Animo Spourgita, non temere: posso liberarti e condurti fuori da questo accampamento...
Spourgita – No, Andros! Che farei da sola in queste lande desolate? E se fossi ricatturata, e subito lo sarei, la punizione sarebbe terribile: gli sciti sono severi e accecano i loro schiavi ribelli! Invece il mio padrone mi protegge, mi nutre e farà lo stesso per suo figlio... magari un giorno mi sposerà...
Andros – Quindi preferisci la sicurezza della schiavitù alle incertezze della libertà?
Spourgita – Unica speranza dell'inerme capriolo braccato dai lupi affamati è la fuga precipitosa, e io troppo diversa non sono: la necessità è avara di scelte...
Andros – [sospirando] Più forti del ferro sono le catene forgiate dalla paura! E che puoi dirmi di Euginea la bella?
Spourgita – Non lo sai? Oggi Euginea ha sposato re Totraz: anfore di vino in quantità, carne di pecora e vettovaglie a profusione sono state distribuite per la baldoria dei soldati dell'accampamento. Per tutta la notte gli sposi e i loro ospiti festeggeranno al palazzo reale...
Andros – [sorridendo minacciosamente] No, non lo sapevo: il re ha mancato di invitare, della propria moglie, il fratello del promesso sposo da egli stesso assassinato...
Spourgita – Se sei giunto fin qui il coraggio certo non ti difetta! Ma non sfidare oltre la morte: fuggi veloce e sii lontano all'arrivo di Eos!
Andros – Prima di congedarci per sempre lasciami, con rammarico, abbracciare un'ultima volta la giovane sorella ritrovata e subito perduta...
Spourgita – [incerta] È pericoloso: se qualcuno ci vedesse potrebbe pormi domande a cui preferirei non rispondere...
Andros – Non temere: nessuno ci osserva... [Andros rapidamente abbraccia Spourgita poi l'afferra per il collo e la strangola]
Ombra-Ippandro – Andros! Perché tratti da amico un nemico e assassini chi ti era amica?!
Andros – Ombra noiosa e ingenua! Dietro lo sguardo offuscato dall'alcool vi era un uomo leale però, nel pavido occhio di lei, germogliava già il seme del tradimento... Ma perché chiedi, visto che presumi sempre di sapere ciò che io so?
Ombra-Ippandro – Il tuo cuore sta cambiando: non riesco a leggere nell'opaca macchia d'odio che dentro te si espande.

Elenco dei brani in ordine di apparizione:
1. Wooden Pint di Korpiklaani
2. Vulgaris Magistralis di Heidevolk
3. Pale di Within Temptation

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